lettera ad un senatore
Gentile Senatrice,
Egregio Senatore
della legge
delle unioni civili a me importa poco, dell’adozione del figlio del
coniuge ancora meno. Da dieci anni vivo in Regno Unito con mio marito, anche
lui italiano. Auspico di convincerla non soltanto al sostegno pieno al disegno di
legge Cirinnà, ma anche al suo superamento il giorno dopo la sua entrata in
vigore.
Dopo dieci anni
insieme, nel 2010 abbiamo deciso di formare una civil partnership e, dopo mesi di preparazione e approfondimenti
con i servizi sociali nel 2014 abbiamo adottato due fratelli di 3 e 5 anni. Qualche
giorno dopo la sentenza di adozione del tribunale, abbiamo convertito la nostra
civil partnership in matrimonio civile. La nostra famiglia è ben inserita nel
contesto in cui viviamo e con estrema umiltà le confesso che sappiamo di rappresentare un
esempio per molti genitori, siano essi dello stesso sesso, singoli o di sesso
diverso.
Come in Italia,
la politica in Regno Unito si interroga e scontra su temi sensibili, talvolta accesamente.
A differenza dell’Italia in Regno Unito il dibattito è generalmente rispettoso dell'individuo e basato su
fatti, corroborati da analisi scientifica ove necessario. È un fatto acquisito
che la discriminazione di genere, orientamento sessuale o di qualsiasi altro
tipo influisca negativamente sulla salute mentale e a lungo termine anche fisica
delle persone. È fatto acquisito anche che l’orientamento sessuale dei genitori e il
loro genere non abbiano influenza negativa sullo sviluppo dei bambini.
Mi auguro che
riconosca nella carta costituzionale e non in altro che nulla ha a che fare
con la nostra Repubblica il ruolo di guida nel suo lavoro di legislatore.
Auspico quindi concordi che, sulla base dell’articolo 3 della Costituzione, il
legislatore italiano è in ritardo di molti decenni nel rimuovere la
discriminazione sulla base del genere all’atto di contrazione di un matrimonio diffusa
nel codice civile e nella pratica amministrativa. Non vedo limiti nella
definizione all’articolo 29 della costituzione ad un riconoscimento immediato
del matrimonio egualitario, ma accetto che la mediazione politica e culturale
possa richiedere l’introduzione del nuovo istituto delle unioni civili. Il superamento
necessario del disegno di legge Cirinnà, non appena diventato legge, sta
proprio nel rimuovere l’ennesima discriminazione derivante da un istituto giuridico
separato sulla base dell’orientamento sessuale.
Come altre coppie
io e mio marito abbiamo discusso su come e quando diventare genitori e prenderci
cura per tutta la vita di un altro essere umano. Abbiamo misurato in noi il
desiderio di riconoscere il nostro materiale genetico in un ipotetico bambino e
concordato che sarebbero state altre le cose a renderlo nostro o nostra. Ho
provato tormento nel negare il mio seme ad una amica che mi chiedeva aiuto per
diventare madre assieme alla sua compagna perché, nella mia debolezza, mi sarei
sentito in difficoltà ad osservarlo crescere da lontano. Provo ammirazione per uomini
e donne che fanno un dono così grande come quello della vita in modo
disinteressato. Il disegno di legge Cirinnà non regolamenta la gestazione per
altri che rimane al di fuori del suo scopo. Mi auguro quindi che questa mancanza
possa presto essere colmata andando a regolare per tutti, singoli e coppie omosessuali
ed eterosessuali, con una legislazione all’avanguardia che permetta la
gestazione per altri e la donazione dei gameti scaturita da un accordo
disinteressato fra le parti. Da sempre i divieti creano solo sfruttamento dei
deboli.
Io e mio marito
abbiamo quindi deciso di prenderci cura di uno o più bambini che, per scelte
indipendenti dalla loro volontà e per la loro tutela fisica e mentale, si
ritrovano ad essere affidati allo Stato così come previsto anche in Italia dall’articolo
30 della costituzione. In Regno Unito, come immagino anche in Italia, i bambini
sotto la cura delle autorità provengono da situazioni familiari molto difficili
riconducibili a violenza, abbandono fisico o negligenza affettiva da parte dei
genitori di nascita. Un bambino adottato
ha bisogno in primo luogo di sentirsi al sicuro, voluto bene, accudito
ed educato oltre ovviamente a tutto il resto. Il ruolo del genitore adottivo,
sia esso un singolo o una coppia, è quello di essere genitore terapeuta. Come
genitore svolge il ruolo di cura primaria che, nella nostra società attuale,
viene spesso svolto dalla madre di nascita e che può essere fornito, senza alcun
rischio di creare nel bambino confusione nell’identificazione di genere e
orientamento sessuale, anche da due persone dello stesso sesso o da una persona
singola. Come terapeuta poi aiuta il bambino a ridare ordine, significato e scopo
alla propria vita dopo che gli è stato negato per troppo tempo. Questi per
inciso sono fatti, non mie opinioni.
Anche in Regno
Unito l’interesse del minore è prevalente come dettato dalla convenzione ONU
sui diritti dei bambini. Nella sua interpretazione, l’Italia ritiene che i 35000
bambini oggi in cura di case-famiglia siano meglio tutelati nella negazione del
diritto alla vita familiare piuttosto che, fra le altre cose, riconoscere anche
a singoli e a coppie omosessuali la possibilità di essere valutati come
potenziali genitori adottivi. Non tutti sono tagliati per essere genitori, ma l’orientamento
sessuale è l’ultima delle qualità da cercare nei genitori adottivi per le
motivazioni già espresse. Questa è un’altra area non coperta dal disegno di
legge Cirinnà che pragmaticamente si limita a regolamentare le situazioni di
fatto piuttosto che riordinare la materia delle adozioni. Per il bene di questi
bambini a cui oggi non è riconosciuta la tutela legale del secondo genitore, il
sostegno del disegno di legge Cirinnà deve essere pieno.
La esorto quindi a
farsi promotore dal giorno seguente l’approvazione del disegno di legge Cirinnà
di un disegno di legge che riveda in toto la disciplina delle adozioni
nazionali e che punti ad eliminare lo sfruttamento economico dei minori operato
dalle strutture di accoglienza, dia certezza sui tempi alle coppie e ai singoli
che si rendono disponibili a curare, in affido o adozione, i bambini in cura
allo Stato. Rimuova inoltre ogni ostacolo e discriminazione che impedisca la
selezione delle migliori famiglie o singoli genitori adottivi, inclusa quella
sulla base dell’orientamento sessuale. Abbrevi i tempi delle sentenze di
adottabilità, la permanenza in situazioni di affido e il riconoscimento della
sentenza di adozione. Introduca un sussidio di assistenza economica per aiutare
coppie e singoli che, pur desiderandolo ed essendone capaci, non possono adottare
per motivi economici.
Con l'introduzione di una nuova, giusta legge sulle adozioni, è ragionevole attendersi che i ricorsi alla gestazione per altri saranno limitati a chi non può o non vuole adottare.
Con l'introduzione di una nuova, giusta legge sulle adozioni, è ragionevole attendersi che i ricorsi alla gestazione per altri saranno limitati a chi non può o non vuole adottare.
Il giorno in cui
incontrai per la prima volta il più grande dei miei figli mi disse che aveva
bisogno di un papà per fare due cose: andare in un albergo e far volare un aquilone.
Ogni sera almeno uno fra quei 35 000 bambini in Italia sogna che qualcuno che
gli insegni a far volare un aquilone e il parlamento perde ancora tempo a
discutere le opinioni, piuttosto che i fatti, sul riconoscere ad un bambino già
amato ed accudito il proprio genitore sociale.
Rimango a
disposizione per eventuali approfondimenti e le porgo i miei saluti.
Uno dei due babbi
Commenti
Posta un commento